La storia delle racchette da neve ha origini molto lontane, strettamente legate alla necessità di sopravvivenza di alcuni popoli che abitavano, migliaia d’anni fa, i Paesi dell’Asia e del Nord America.
Molti studiosi sostengono infatti, che questo semplice attrezzo abbia almeno 6000 anni e sia originario dell’Asia: i primi ad usarle, per andare alla ricerca di cibo e per superare terreni impervi e innevati, furono molto probabilmente i cacciatori asiatici che si spinsero fino nel Nuovo Continente, allora collegato nella zona oggi conosciuta come Stretto di Bering.
Si trattava di racchette ben diverse da quelle oggi in commercio, dai materiali alla forma. Il primo modello, a zampa d’orso, era di forma circolare e veniva costruito con legno ancora verde e con materiali naturali: cuoio, corteccia o vite intrecciata per la parte d’appoggio del piede, stringhe di pelle o di fibre vegetali per l’allacciatura.
Con il trascorrere degli anni si passò gradualmente ad attrezzi dalla forma più allungata, ovoidale con una punta e una coda: in questo modo il passo veniva facilitato perché il piede poteva strisciare, anziché essere sollevato, come in passato. A partire dal XVIII sec. la racchetta da neve perse la sua originaria funzione di “mezzo di spostamento in particolari condizioni” e cominciò ad essere utilizzata nel tempo libero. Si pensi ad esempio a Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, che per la conquista del Monte Sant’Elia in Alaska, ne fece uso.
Oggi la racchetta da neve rappresenta un’ottima alternativa al trekking estivo, un modo adatto a tutti per andare in montagna. Ci permette di vivere momenti di totale relax a contatto con la natura e di rivivere le stesse emozioni che provavano i primi viaggiatori tanti secoli addietro. L’essenza di questo sport, forse, è proprio questa: la libertà che ognuno può assaporare nel momento in cui indossa un paio di racchette da neve.