ALTA VIA ALTA VALSESSERA

Alta Via Alta Valsessera (A.V.A.V.)
Un progetto per il futuro

Avviso ai lettori: quello che segue non è il resoconto di un’escursione o di un trekking di più giorni; è un’idea, un sogno, un’utopia, quello che volete, ma se ci crediamo potrebbe anche realizzarsi.

Dolca… Lavaggi… Confienza… Stramba… Caramala… nomi fatati che in un bambino possono evocare luoghi come il bosco di Hansel e Gretel, o quello di Pollicino, ma anche luoghi da dove un padre può tornare con delle gustose trote: così ho fatto conoscenza con l’Alta Valsessera.
Più tardi sarebbe stata la destinazione (Piovale… Balma delle Basse…) delle gite domenicali da dove tornare con la schiena arrossata dopo aver passato la giornata a raccogliere frutti di bosco, o di picnic serali (Margosio… Luvera… Stavello…) a osservare il tramonto cercando di ricordare i nomi, anche loro ammantati di mistero (Bo… Manzo… Cravile… Cornebecco… Barone…) delle cime che le fanno corona.
Eccola poi diventare palestra delle prime camminate e bivacchi notturni, dei primi sgraziati tentativi sugli sci, stretti da fondo o larghi da discesa, per venire poi tradita da luoghi più”in” (Valle d’Aosta… Dolomiti…); ma prima o poi è sempre alle radici che si torna, ed allora ecco la riscoperta di un angolo di Paradiso a due passi da casa, dove immergersi a stretto contatto con la natura senza tante pretese.
L’impegno come Assessore nella Comunità Montana Valle di Mosso è l’occasione per restituire quanto ricevuto, consapevole che”in Sessera” non ci sono né il Cervino né le Torri del Vajolet, ma un ambiente quasi incontaminato da valorizzare questo sì, e proprio la Comunità Montana da alcuni anni sta dedicando particolare attenzione alla valorizzazione di questo territorio, area S.I.C. (Sito d’Interesse Comunitario) di notevole pregio ambientale per la presenza di alcuni rari endemismi, ma anche del più antropizzato versante sud, attraverso il recupero delle conoscenze storiche del territorio e delle tradizioni della popolazione, alla ricerca dello sviluppo di un turismo a basso impatto ambientale. Ma un coerente ed efficace sviluppo culturale e turistico si può raggiungere solo nel momento in cui tutto il territorio diventa fortemente attrattivo, grazie alla presentazione chiara e completa di tutti gli elementi che lo compongono: storico, artistici, architettonici, inserito in un ampio contesto che ne valorizzi ogni sua attività, cultura, tradizione.
Il recente successo del Giro delle Miniere (oltre cento partecipanti), è la dimostrazione di come ci sia la possibilità di creare situazioni che portino a conoscere meglio questa parte del Biellese, forse geograficamente marginale, ma approdo ideale di quel turismo di tipo ambientale che si sta sempre più affermando.
Siamo tutti consapevoli che il turismo non possa risolvere i problemi che hanno colpito il territorio, ma correttamente sviluppato potrebbe essere un tassello importante per invertire la tendenza; dobbiamo però essere noi che ci viviamo i primi a credere in questa possibilità, convincere gli altri delle bontà dei nostri progetti.
Ci troviamo indubbiamente di fronte a carenze che limitano il percorso verso una corretta e concreta valorizzazione turistica, a partire dalle strutture ricettive, ma quale turismo vogliamo? Se è quello di Cervinia, allora siamo d’accordo, gli interventi da attuare sarebbe così tanti e invasivi che è meglio metterci sopra una pietra fin da subito (e poi non ce l’abbiamo un Cervino, anche se il Rosa fa bella mostra di sé da più punti), ma se invece volessimo puntare ad un turismo rispettoso dell’ambiente ce la possiamo fare. I nostri paesi di collina sono pieni di case vuote e inutilizzate che potrebbero essere adibite a Bed&Breakfast, Agriturismo, Albergo diffuso e quant’altro; quanti posti di lavori si potrebbero creare? Certo non migliaia, ma intanto qualcosa si muoverebbe; ma i proprietari delle case sono disponibili a mettere a disposizione i loro immobili?
Per ritornare all’Alta Valsessera, lungo la stessa Panoramica Zegna ci sono alcuni stabili che, opportunamente recuperati, potrebbero svolgere funzione ricettiva, ma con quali costi e finanziati da chi?
Al suo interno, trattandosi di un S.I.C., non è possibile effettuare certi tipi d’interventi, ma il Campeggio Verde di Piana del Ponte sta a dimostrare che sbagliano coloro che demonizzano il S.I.C. perché blocca ogni sviluppo; blocca quelli di un certo tipo.
Il recupero dei siti archeo-minerari, e la ricerca storica ad esso abbinata, sta portando alla luce pezzi di storia e cultura locale dimenticati ma da recuperare e valorizzare, tanto che sono stati preparati alcuni pacchetti turistico-culturali da offrire alle scuole, già a partire dal corrente anno scolastico.
L’elettrificazione, tramite impianti fotovoltaici, di alcuni alpeggi, renderà sicuramente meno disagevole la permanenza dei pastori nei mesi estivi, ma perché non pensare anche a piccole situazioni ricettive tipo la baita del CAI di Mosso all’A. Artignaga o i punti d’appoggio all’A. Peccia e Fornei (di proprietà del Comune di Pettinengo) lungo l’itinerario Dolciniano? La rete sentieristica esistente, opportunamente recuperata e valorizzata, potrebbe portare alla realizzazione di nuovi itinerari, anche di più giorni, e la creazione di questi posti tappa, anche spartani, sarebbero il loro ideale completamento.
Mi sembra già di sentire la domanda:”Ma chi poi si occuperà della promozione di questo sistema, chi accompagnerà i turisti?”, un’altra delle carenze lamentate da molti quando si parla di sistema turistico biellese.


Alpe Peccia (foto Luciano Mazzon)

L’approvazione da parte della Provincia del Corso di specializzazione di”Tecnico di accoglienza e promozione turistica” da noi proposto tramite il CNOS-FAP di Vigliano, rivolto non solo ai diplomati del settore ma a tutti gli adulti disoccupati e/o non occupati, è un altro importante tassello di questa operazione, ma, incredibilmente, sembra difficile trovare allievi; siamo di nuovo al punto di partenza: siamo noi i primi a non credere che il turismo sia una risorsa per il nostro territorio.
Quanto fin qui detto mi sembra una bella sfida, ma per portarla avanti occorre indubbiamente fare”sistema”, lavorare insieme, e il fatto che la quasi totalità dei Comuni della Comunità Montana Valle di Mosso possieda un’isola amministrativa all’interno dell’Alta Valsessera dovrebbe essere, a mio avviso, un buon punto di partenza, ma ripeto, occorre fare sistema, crederci, la Comunità Montana da sola, senza l’appoggio dei Comuni che la compongono, non può farcela, e tutte le Associazioni (CAI in testa) possono svolgere un importante ruolo stimolatore e di supporto.
Ed è così che mi e venuta questa idea dell’Alta Via dell’Alta Valsessera, provate a seguirmi con i ricordi delle vostre escursioni e poi ditemi se è proprio impossibile.
1) Si parte da Bocchetto Sessera, e seguendo tutto il percorso di cresta si arriva al Bivacco del Bo per il primo pernottamento (messa in sicurezza dell’ultimo tratto con corde fisse).
2) Continua il percorso di cresta fino alla Bocchetta di Fornei, si sale al Testone Tre Alpi (anche qui bisogna attrezzare almeno due brevi tratti) e poi una lunga cavalcata fino a Mera per poi scendere all’A. Camparient.
3) Scendiamo ancora fino alle Collette di Sopra, seguiamo la strada verso la Bocchetta della Boscarola per poi scendere all’A. Stramba e seguire il bel sentiero pianeggiante nel bosco fino all’A. Baroso da dove si sale all’A. Fontanamora.
4) A questo punto il dubbio: resto nei confini della Comunità Montana o sconfino? Con l’Europa Unita ha senso una domanda del genere? E allora via: Cima di Bors, Bocchetta di Valfinale, Monte Barone, Rifugio Ponasca
5) Seguendo il sentiero delle Dafne (Oasi Zegna) scendiamo al Piancone, Ponte della Babbiera e poi, lungo l’Itinerario Dolciniano, eccoci a Stavello.
6) è necessario dirvi come arrivare a Bocchetto Sessera? Va bé: S. Bernardo, M. Rubello, Cima della Ragna, Argimonia, M. Marca, e l’anello è chiuso (ma se si è stanchi c’è il facile sentiero a mezza costa lungo il versante nord).
Tale area è servita dalle strade Bocchetto Sessera-Boscarola e Castagnea-Diga delle Mischie, sterrate ma percorribili dai mezzi di soccorso in caso di necessità, o da servizio navetta nel caso si decidesse di istituire tale servizio in seguito; la presenza di tali strade consentirebbe il rientro da qualsiasi punto in caso di cattive condizioni atmosferiche o difficoltà fisiche.
Da tale percorso ad anello è poi possibile, utilizzando sentieri già esistenti, anche se in disuso, che collegavano gli alpeggi tra di loro, con il fondo valle, le confinanti Valle Cervo e Bassa Valsessera, oltre che con il Biellese e la Valsesia, creare una fitta rete che vada a coprire il territorio così delimitato con percorsi diversificati a seconda dei possibili fruitori utilizzando il”metodo” delle piste da sci: Blu (facile, per tutti), Rosso (senza particolari difficoltà ma per escursionisti con un minimo di allenamento), Nero (impegnativo, con tratti attrezzati).
Si tratta ovviamente di un progetto di ampio respiro, la cui realizzazione richiederà più di un anno, ma intanto questo è il progetto con cui la Comunità Montana Valle di Mosso partecipa al Bando Regionale”Interventi per lo sviluppo, la rivitalizzazione ed il miglioramento qualitativo di territori turistici” , pertanto, se arriveranno i finanziamenti, si intende operare a settori, creando in un’area ristretta quanto potrà essere poi ripetuto fino a coprire l’intero tracciato.
Si ritiene quindi di iniziare l’intervento nella parte più a Ovest per le seguenti ragioni:

  • Facile accessibilità per la disponibilità dell’ampio parcheggio di Piazzale 2
  • Tratto tra Stavello e Bocchetto Sessera già predisposto dall’Oasi Zegna
  • Esistenza del sentiero Fitness da Bocchetto Sessera a Cima delle Guardie
  • Ricettività di Bielmonte, Campeggio Verde, Baita CAI Mosso all’Artignaga
  • Presenza dei Siti Archeominerari come forte richiamo culturale
  • Attraversamento di pascoli e alpeggi di produzione del Macagn
  • Sotto l’aspetto sportivo: Riserva di Pesca e percorsi di Mountain-Bike

Opere da realizzare

  • Segnaletica orizzontale dell’intero percorso dell’Alta Via
  • Realizzazione dei tre percorsi
    • Blu: siti Archeominerari (Casa Pescatore-Rondolere-Argentera-Artignaga-Casa Pescatore)
    • Rosso: Giro degli alpeggi (Casa Pescatore-Balma delle Basse-A. Cusogna-A. Campelli-A. Briolo- Casa Pescatore)
    • Nero: Anello del Bo (Casa Pescatore-Balma delle Basse-Laghetti Sessera-M. Bo)
  • Realizzazione di due ponti sospesi (percorso Blu)
  • Realizzazione di un Punto d’Appoggio all’A. Isolà (percorsi Rosso e Nero)
  • Adeguamento del”Campeggio Verde” con nuova baita e predisposizione segnaletica verticale dal Campeggio alle”Tine” (appoggio ai tre percorsi, ai siti, alla pesca, alla MTB che ci passa vicino, completamento di quanto già realizzato? bastano come motivazioni?)

Ecco, credo che se riuscissimo anche solo a fare questo primo pezzo, sarebbe un grosso passo avanti, ma se non arrivano i finanziamenti?
Continuiamo a piangerci adesso perché la pianura (Biella e Torino) ci dimenticano o ci tiriamo su le maniche e, con vernice e pennello, la segnaletica orizzontale ce la facciamo noi del CAI?
Ci sono 4 sezioni che gravitano sull’Alta Valsessera: Trivero, Mosso, Coggiola, Valsesia.
Avete presente cos’ha fatto il CAI Marostica per ovviare alla mancanza di cartine escursionistiche della sua zona?
Se le sono fatte loro.

Luciano Mazzon
Assessore alla Cultura
C.M. Valle di Mosso

Comments(2)

  1. Friedemann KAltbrunner says:

    Vorrei sapere se questo progetto ha avuto un seguito dopo la creazione dell’Unione dei Comuni Montani del Biellese Orientale.
    Comunque mi piacerebbe sapere di più sull’itinerario proposto (stato dei sentieri, difficoltà e tempi di percorrenza indicativi del tratto Cima di Bo – Monte Barone). Immagino che l’autore l’abbia percorso di persona, almeno a tratti.
    Friedemann Kaltbrunner
    Brusnengo BI
    Socio CAI Sezione di Biella

    • caitrivero says:

      Per avere informazioni più dettagliate sarebbe meglio sentire in sede Cai Trivero, personalmente so che in alcuni tratti o itinerari il sentiero si può trovare poco tracciato e selvaggio, magari causa della poco frequentazione, sarebbe bello avere una bella,decisa e marcata via escursionistica con punti d appoggio che da cima di Bo porta al Monte Barone.